Vorrei essere pagato per:
- Fare il bucato: alle persone piace che quando li beneficio della mia presenza io indossi vestiti puliti e profumati, quindi potrebbero pagarmi un contributo per il disturbo e le risorse utilizzate (detersivi, corrente elettrica, ammorbidente, anticalcare, etc).
- Buttare la spazzatura: mi privo volontariamente di materie semilavorate che diventano un valore per le aziende di riciclaggio, sarebbe bello essere ricompensati adeguatamente.
- Starmene a casa: come riporta Paul Krugman, ciascun veicolo che va o torna dal lavoro in ora di punta genera un costo per la collettività pari a decine se non centinaia di Euro, perciò il minimo che possa fare lo Stato è remunerare il mio stazionamento sul divano con un bonifico sul mio conto corrente.
- Avere delle buone idee: Facebook? Io c’avevo già pensato negli anni ’90. Se qualcuno mi avesse pagato per avere delle buone idee, a quest’ora sarebbe ricco.
- Fumare: non sono un fumatore, ma a giudicare dalle statistiche sull’incidenza di malattie mortali connesse al fumo, il fumo è una pacchia per le casse dell’INPS: il picco delle morti coincide circa con l’età della pensione, il decorso è tutto sommato rapido e si risparmiano un sacco di soldi di terapie geriatriche. Se poi ci mettete che fumerei mentre sto a casa sul divano (vedi punto precedente), ci sta pure la sedentarietà che si aggiunge come bonus. In definitiva, se lo Stato risparmia dalla mia dipartita prematura, una qualche forma di revenue-sharing sarebbe il minimo.
- Guardare la TV: le emittenti guadagnano paccate di milioni di introiti pubblicitari che non esisterebbero se non ci fossimo noi telespettatori: è arrivato il momento di corrispondere parte degli utili a quelli che hanno dimostrato un vero impegno a lungo termine nel settore.
- Comprare gratta-e-vinci: il meccanismo dei giochi a premi è veramente iniquo: accettare un rischio a fronte di una probabilità bassissima di vincita, mentre il gestore dei giochi ha un guadagno assicurato è una vera porcata, come minimo se non vinco dovrebbero restituirmi i soldi del biglietto. O almeno darmi un Boero.
Vorrei. Vorrei tanto. Vi giuro, non immaginate quanto lo vorrei. Ma purtroppo l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re e nel mercato libero il valore dipende da domanda e offerta, perciò fatevene una ragione: se nessuno offre niente per quello che sapete fare e non volete fare la fine dei poveracci che guardano la TV tutto il giorno sul divano e spendono i soldi della social card in gratta-e-vinci sperando di cambiare vita, è meglio che cambiate lavoro.
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